- Ottobre 23, 2025
- Valentina Arci
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ToggleChe cosa si intende per abuso
Quando si parla di abuso, si tende a pensare esclusivamente ai maltrattamenti fisici, trascurando una forma forse ancora più diffusa ma meno visibile: l’abuso psicologico. Questo tipo di abuso, spesso sommerso, è difficile da individuare a causa della sua natura e della scarsa consapevolezza di chi lo esercita.
A differenza dell’abuso fisico o sessuale – i cui segni sono generalmente più evidenti – l’abuso psicologico si manifesta attraverso atteggiamenti di trascuratezza emotiva o incuria, spesso messi in atto inconsapevolmente da chi si prende cura del bambino. In ogni forma di abuso, tuttavia, vi è un denominatore comune: il mancato riconoscimento del diritto del bambino a essere vulnerabile, imperfetto, bisognoso e immaturo, caratteristiche che definiscono l’essere bambino stesso.
Le principali forme di abuso
Sono quattro le forme principali di abuso riconosciute:
- Abuso fisico
Comprende qualsiasi atto violento, sproporzionato e intenzionale che provochi lesioni fisiche e comprometta lo sviluppo del bambino. Si manifesta attraverso:- ferite cutanee,
- lesioni ossee o viscerali,
- traumi cranici.
La gravità dell’impatto dipende dall’età e dalla sensibilità del bambino. Il confine tra punizione e maltrattamento fisico può essere molto sottile.
- Abuso sessuale
Consiste nel coinvolgimento del bambino in attività sessuali inappropriate rispetto alla sua età e maturazione psicofisica.
Il bambino, per la sua condizione di inferiorità in termini di età, ruolo e competenza rispetto all’adulto, non può prestare un reale consenso. Questo tipo di abuso ha effetti profondi sull’identità sessuale, sull’autostima e sulla percezione del proprio corpo. - Incuria
Riguarda la trascuratezza fisica e/o affettiva da parte dei genitori o tutori.- L’incuria fisica si manifesta con carenze nutrizionali, mancata assistenza medica e mancanza di protezione dai pericoli.
- L’incuria affettiva, più difficile da riconoscere, include comportamenti come indifferenza, distacco emotivo, promesse non mantenute e mancanza di sostegno. Hamelang e Kruger la definiscono negligenza psicologica.
- Abuso psicologico
Comprende atteggiamenti verbali o comportamentali che inducono nel bambino sentimenti di rifiuto, colpa, paura o disistima. Ne sono esempi:- minacce continue, che inducono il bambino a obbedire pena il senso di colpa
- critiche umilianti, che fanno credere al bambino di non essere capace a fare niente
- rifiuto delle emozioni del bambino, che lo fanno sentire poco importante
- pratiche educative contraddittorie o coercitive, che generano confusione e insicurezza
- isolamento sociale imposto, che comporta la paura delle relazioni affettive.
Non producendo danni visibili immediati, i suoi effetti si manifestano nel tempo, compromettendo profondamente lo sviluppo emotivo.
Tutti questi abusi possono verificarsi sia all’interno che all’esterno dell’ambiente familiare, e possono essere perpetrati non solo dai genitori, ma anche da tutori, insegnanti, baby-sitter, medici, conoscenti o estranei.
Le conseguenze psicologiche dell’abuso
Gli effetti degli abusi, in particolare quelli psicologici, possono emergere anche a distanza di molti anni e avere conseguenze devastanti sulla vita adulta.
Bambini vittime di abuso – sessuale o emotivo – possono sviluppare:
- disturbi del sonno e dell’alimentazione (anoressia, bulimia),
- enuresi o encopresi,
- ansia, timidezza e agitazione,
- comportamenti aggressivi o antisociali.
In casi di abuso prolungato, possono presentarsi:
- difficoltà di apprendimento,
- scarso rendimento scolastico,
- problemi relazionali,
- bassa autostima,
- tendenza a diventare genitori abusanti.
Spesso, il bambino abusato non riceve la sicurezza e il sostegno necessari per sviluppare una sana fiducia in sé stesso. Ne consegue un senso profondo di inadeguatezza che può perdurare nell’età adulta, portando a relazioni affettive disfunzionali e a una ricerca inconsapevole di situazioni che evocano il rifiuto originario.
Tali esiti sono descritti nella cosiddetta “sindrome psicosociale da negligenza” (Hamelang-Kruger), una condizione caratterizzata da sfiducia in sé, infelicità, isolamento e difficoltà a relazionarsi con gli altri.
Quando i bambini vengono ingiustamente criticati, trascurati e giudicati, non sviluppano la sicurezza necessaria per affrontare le prove della vita, ma si percepiscono incapaci e inferiori rispetto agli altri e la loro autostima può essere molto bassa.
Da un punto di vista socio-emotivo, i bambini abusati rispetto a gruppi di bambini ben assistiti, sono evidentemente più infelici, aggressivi o esageratamente timidi, e inibiti nel relazionarsi con gli altri.
Queste gravi e dolorose ripercussioni degli abusi infantili sono l’esito di una sensazione di inappropriatezza e disapprovazione che i genitori, anche inconsapevolmente, hanno trasmesso al bambino. Il reiterarsi di alcuni vissuti lascia inevitabilmente una traccia che resta invisibile fin quando non emergono i sintomi di un malessere nella vita da adulti.
L’E.M.D.R. serve a rimarginare queste antiche e precoci ferite.
Come l’E.M.D.R. aiuta a superare l’abuso
I maltrattamenti psichici possono avere conseguenze che si rivelano fatali nel tempo.
L’approccio terapeutico EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) è uno strumento efficace per elaborare traumi legati all’abuso infantile.
Attraverso movimenti oculari guidati e la focalizzazione su eventi traumatici, il paziente può rielaborare in modo sicuro i ricordi dolorosi, integrandoli in una narrazione più sana e consapevole.
Durante le sedute, il paziente:
- riconosce i bisogni che, da bambino, non sono stati soddisfatti,
- esprime emozioni represse, dando voce a ciò che allora non poteva essere detto,
- comprende che le convinzioni negative su di sé (es. “non valgo nulla”) derivano da esperienze traumatiche, non da una verità oggettiva,
- ristruttura la propria immagine interiore, liberandosi dal senso di colpa e vergogna.
Nel caso degli abusi sessuali, l’EMDR aiuta il paziente a distinguere tra affetto autentico e atti abusivi, comprendendo che non è stato colpevole per non essersi potuto difendere. L’elaborazione permette di sciogliere il senso di vergogna e riconoscere l’abuso per ciò che è stato, liberando l’adulto dall’esperienza distorta che ha fatto da bambino.
Un aspetto centrale del trattamento consiste nell’immaginare un dialogo con il “sé bambino”, in cui l’adulto consapevole può spiegare, accogliere e proteggere quel bambino, offrendogli la comprensione e il supporto che un tempo gli sono mancati.
In questo modo, man mano che pronuncia parole mai dette, il paziente riesce a sentirsi accolto e compreso dall’adulto. Ad esempio, può darsi che da bambino sia stato sminuito o umiliato, e che oggi si senta inadeguato. Per questo ha bisogno di imparare ad accettarsi per quello che è, liberandosi delle convinzioni negative che ha interiorizzato.
Un altro caso riguarda l’elaborazione di abusi sessuali e del senso di vergogna o imbarazzo che spesso ne consegue. È fondamentale, in questi casi, comprendere che gli atti subiti possono essere stati confusi, da parte del bambino, come espressioni di affetto, quando in realtà si trattava di comportamenti di tutt’altro tipo. Riconoscere questa ambiguità percettiva permette al paziente di sentirsi più al sicuro e protetto, facilitando l’accettazione del fatto che non è stata colpa sua se, da bambino, non è riuscito a chiedere aiuto o a sottrarsi a quelle esperienze, che poteva ritenere “giuste”.
Quando il paziente comprende che un bambino non dispone ancora degli strumenti per distinguere l’affettività dalla sessualità, può finalmente liberarsi dal senso di colpa e dalla percezione di “macchia” di cui ingiustamente si è stigmatizzato, riappropriandosi così della propria libertà di scelta.
Durante le sedute di EMDR, il paziente può immaginare di rivolgersi a quel bambino, raccontandogli come sono andate realmente le cose, finché quest’ultimo smette di sentirsi irrimediabilmente incompreso o rifiutato.
L’abuso, in tutte le sue forme, lascia tracce profonde e durature. Spesso invisibili nell’infanzia, queste ferite emergono sotto forma di sintomi, difficoltà relazionali o sofferenze emotive nella vita adulta. Il metodo EMDR rappresenta un percorso efficace per rimarginare quelle ferite precoci, aiutando la persona a riappropriarsi della propria storia, della propria voce e della propria libertà interiore.


