dipendenza affettiva psicoterapia

Cos’è la dipendenza

Esistono vari tipi di dipendenza: da sostanze e alcol, sessuali, alimentari, comportamentali (da gioco, da shopping, da smartphone) e affettive, ma tutte si basano sulla stessa dinamica disfunzionale. Dato che nel soggetto dipendente è presente un conflitto interiore tra la parte di sé che usa la sostanza per alimentare le sensazioni di piacere e alleviare quelle di dolore, e quella che la rifiuta sopportando il malessere, le dipendenze diventano una sorta di “auto medicamento”, utile ad attenuare i sintomi di cui sono l’espressione. Pertanto, la persona è costantemente combattuta tra la tentazione di assecondare e l’istinto di respingere uno stesso desiderio; il comportamento che ne risulta è ambivalente, per cui talvolta cede alla soddisfazione che le procura la sostanza, mentre altre volte resiste al desiderio di assumerla e sceglie di tollerare la frustrazione che la rinuncia comporta. Tuttavia, quando supera la soglia di sopportazione, la persona si sente nuovamente costretta a ricorrere alla sostanza. 

Essere affettivamente dipendenti da qualcuno è come dipendere da una droga che, in questo caso, è rappresentata da una forma morbosa e asfittica di attaccamento a un’altra persona dalla quale dipende ogni azione, sensazione e decisione. 


Le cause della dipendenza

Il problema di tutte le dipendenze è il fatto che la sostanza (identificabile anche nella persona amata) attiva le aree del cervello deputate al piacere generando un effetto di ricompensa, che induce a ricercarla continuamente. Alle persone che soffrono di dipendenza manca la capacità di autoregolazione, nel senso che non sono in grado di distinguere ciò che è nocivo da ciò che è nutriente e il malessere generato dal comportamento di dipendenza viene considerato il prezzo da pagare per stare bene

Pur sapendo che la sostanza è dannosa la ricercano per placare l’intenso desiderio che necessita di essere soddisfatto per non sentire il peso della frustrazione che provoca la sua mancanza. Come un tossicodipendente non può fare a meno della droga perché sul momento produce sollievo, anche se a lungo termine comporta conseguenze distruttive, chi è affettivamente dipendente può avvertire la necessità di restare in una relazione anche quando questa è malsana. In entrambe i casi arriva un momento in cui il soggetto dipendente si abitua al malessere proprio perché sa come alleviarlo. Poi, per una sorta di adattamento, l’individuo si rassegna al proprio stato di insoddisfazione e desiste dal cambiare partner, credendo che siano maggiori i vantaggi che gli svantaggi ottenuti dalla relazione attuale.

 

Cos’è l’effetto ricompensa

L’oggetto della dipendenza assolve alla funzione di placare l’ansia e l’agitazione che subentrano quando siamo in assenza di uno stimolo piacevole o ci manca qualcosa e dobbiamo averla a tutti i costi. Se si crea un abbinamento mentale tra il comportamento e il sollievo in termini di causa-effetto si stabilisce un’abitudine, quindi la dipendenza. Questo è lo stesso meccanismo che permette di consolidare una buona abitudine come quella di fare un’attività fisica o mangiare sano in virtù del fatto che l’organismo ne trae un beneficio in termini di ricompensa positiva, che rinforza la motivazione a ripetere quell’azione. 

 

Cos’è una relazione tossica

Parliamo di relazione tossica quando i sentimenti di gelosia, l’essere ossessionati dal pensiero riguardo alla vita del partner, il desiderio di controllo, la sensazione di dipendere da quanto ci sentiamo amati o meno, vengono scambiati per amore. 

Le cosiddette relazioni tossiche nascono da un danno che ha bisogno di essere riparato: il danno di non essere stati amati o di essere stati amati troppo o troppo poco, ovvero in una maniera malsana, che porta ad avvertire perennemente una mancanza, come un vuoto da colmare. Le persone che vivono un amore tossico sono state educate male all’affettività e di conseguenza non sanno gestire le loro relazioni sentimentali in modo sano e nell’amare ripetono i modelli errati che hanno appreso dai loro genitori, rivivendo le ferite del passato che restano aperte e che cercano di rimarginare con un rapporto d’amore. Ciò significa che i loro genitori potrebbero aver avuto una relazione tossica nella quale, per esempio, la madre era la vittima e il padre il carnefice; possono aver assistito a liti familiari ed essersi sentite responsabili di esserne la causa; oppure potrebbero aver avuto un genitore anaffettivo. In ogni caso i modelli di attaccamento, ovvero le dinamiche relazionali con le figure di accudimento, vengono replicati come copioni d’amore e portano a relazioni disfunzionali e autodistruttive da adulti. 

 

Come riconoscere e come uscire dalla dipendenza affettiva

La dipendenza affettiva in una relazione comporta: 

  • la rinuncia ai propri bisogni per soddisfare quelli del partner e compiacerlo; 
  • la costante paura di essere lasciati
  • l’insicurezza riguardo ai sentimenti che il partner prova nei propri riguardi; 
  • la mancanza di fiducia nella fedeltà del partner;
  • il bisogno di continue rassicurazioni
  • la necessità di fare richieste esagerate, come quella di essere messi al corrente di cosa faccia il partner mentre non si è insieme, tramite chiamate o messaggi;
  • la sensazione di ansia se l’altro non risponde prontamente quando viene cercato; 
  • il condizionamento dell’umore in base ai comportamenti del partner; 
  • il senso di solitudine che si prova quando l’altro non è presente;
  • il mancato appagamento derivante dalla sensazione che l’altro non faccia mai abbastanza. 

Dato che all’origine di questi sintomi c’è una mancanza di autostima, a seguito della quale si dipende dall’altro per sentirsi sicuri e degni di valore, per uscire da una relazione di dipendenza affettiva bisogna intraprendere un percorso di terapia, il cui obiettivo principale sia quello di sviluppare il senso di autonomia.

Il piano terapeutico potrebbe consistere in diversi punti:

  • diventare consapevole dei propri schemi disfunzionali
  • ascoltare e riconoscere i propri bisogni
  • lavorare sui traumi e sugli eventi che sono la causa della paura dell’abbandono
  • rielaborare i vissuti negativi legati a dinamiche disfunzionali nella relazione con i genitori
  • differenziarsi dal partner e condurre una vita indipendente dal proprio rapporto di coppia
  • concentrarsi su di sé e sul proprio percorso di crescita individuale 
  • sviluppare una relazione sana
 

Salvarsi dalla dipendenza affettiva con la terapia EMDR

La dipendenza è un comportamento compulsivo che conduce alla ricerca di sensazioni piacevoli e positive per contrastare un disagio. Una volta appreso il meccanismo di ricompensa, la persona associa lo stimolo disturbante all’effetto positivo della sostanza utilizzata nelle situazioni di difficoltà, come quando deve gestire emozioni negative, sfuggire a ricordi dolorosi, sopportare il dolore di perdite, lutti o fallimenti. Dato che le dipendenze rappresentano una compensazione al dolore e il comportamento viene direttamente collegato dal cervello al ricordo del momento piacevole, piuttosto che a quello dell’effetto spiacevole, con l’ausilio della terapia EMDR possono essere trattate al pari di memorie traumatiche ed essere rielaborate in modo da sostituire la dinamica di appagamento con qualcosa di più funzionale.

Un altro tipo di intervento, che si può fare con la tecnica E.M.D.R., è chiedere al paziente di interpretare un dialogo tra le parti opposte del sé affinché quella sana, che ha la volontà di smettere, assuma un ruolo di primo piano rispetto a quella distruttiva

Per esempio, se continuate a chiamare ossessivamente il partner nonostante vi abbia lasciato o tradito e non vi risponda, non siete in grado di contrastare la vostra parte sabotatrice e masochista, che è più forte di quella benevola e alleata con voi. Infatti, quando si fa uso di qualche sostanza ci si dissocia dalla realtà, ma si è distaccati anche da sé stessi, cioè non si è in contatto con ciò che si prova nel momento in cui se ne fa uso. Dunque, bisogna integrare questo divario e disinnescare la parte appagante del sé. In questo modo il paziente può imparare a non giudicarsi negativamente quando prova a smettere e ancora non ci riesce, rinforzando la sua convinzione che dopo ripetuti tentativi sarà in grado di farcela (intervento paradossale: permettersi di avere una ricaduta). Inoltre il paziente può apprendere la tecnica della sostituzione della fonte di piacere, trovando un accordo conveniente per entrambe le parti in conflitto: per esempio rinunciare a chiamare il partner per uscire con un’amica, traendone beneficio piuttosto che abbattersi e subire l’ennesimo rifiuto. 

Queste e molte altre tecniche possono essere apprese in terapia per uscire dalla dipendenza affettiva e vivere finalmente una relazione sana sentendosi degni di essere amati.

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