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A causa dell’uso smodato che facciamo dei social, che spesso propongono un’immagine ben precisa cui uniformarsi, e del tipo di cultura che viviamo, secondo la quale bisogna raggiungere il successo a tutti i costi, ci sentiamo continuamente giudicati e in dovere di conseguire obiettivi sempre più alti, sia nella vita professionale che in quella privata. In questo modo siamo chiamati a esibire qualità e ad utilizzare risorse, la cui mancanza potrebbe mettere a dura prova l’autostima e farla vacillare qualora non fossimo in grado di rispondere ai livelli di prestazione richiesti. Quando l’autostima è bassa può capitare di non credere abbastanza in sé stessi e di pensare che non si è capaci o non si è all’altezza di fare la cosa giusta. Pertanto una persona con una bassa autostima può essere convinta di non farcela a superare le prove della vita, di essere sempre inadeguata e di non saper affrontare le difficoltà o gli imprevisti, a causa di una continua sensazione di insicurezza.

Tuttavia ciò non significa davvero che non si è dotati delle virtù necessarie alla realizzazione degli obiettivi che si vogliono o ci viene richiesto di ottenere.

Con l’aiuto di una psicologa esperta si può imparare ad avere fiducia in sé stessi.

Da dove deriva l’insicurezza?

L’autostima è influenzata dal nostro modo di pensare, ovvero da un sistema soggettivo di convinzioni e di valori. Perciò quanti più pensieri negativi abbiamo su di noi, tanto più basso sarà il livello della nostra autostima. Le nostre idee derivano principalmente dal bisogno di approvazione altrui e dalla necessità di dover essere adeguati, competenti e di successo in tutto ciò che si fa. A questo riguardo le frasi che diciamo a noi stessi suonano come degli slogan che tendiamo a generalizzare, ovvero a credere validi e assoluti in tutte le occasioni.

Alcune convinzioni sbagliate riguardo l’opinione di sé possono essere:

“Devo sempre essere amato, stimato e approvato da tutti, altrimenti sto male”;

“Devo essere e dimostrarmi sempre perfettamente adeguato in tutto quello che faccio, altrimenti vuol dire che non valgo niente”;

“Io sono debole e da solo non ce la posso fare”.

A seguito di simili idee cerchiamo qualsiasi assunto che confermi ciò che pensiamo, attuando inconsciamente un comportamento per confermare questa o quella opinione negativa, con il risultato di avvalorare ancora di più le nostre convinzioni, piuttosto che verificare la loro inesattezza per formulare dei pensieri più positivi e verosimili.

Queste convinzioni generano un bisogno costante di ottenere un giudizio favorevole come prova del nostro valore e ci sentiamo squalificati ogni volta che non ci viene restituito. Così il mancato apprezzamento o il rifiuto da parte degli altri vengono giudicati gravissimi per la propria autostima e alimenteranno la svalutazione e la colpa per non aver fatto abbastanza, perché pensiamo che avremmo potuto fare di più e conseguire risultati migliori. Così ci prefiggiamo di raggiungere un’ideale di perfezione a cui abbiamo la pretesa di corrispondere, che ci farà sempre sentire incapaci e inferiori agli altri.

Quando una convinzione sbagliata, come quella di dover essere come gli altri o la società si aspettano, diventa imperativa e imprescindibile, comporta la necessità di doversi adeguare ad essa a tutti i costi, andando incontro a un fallimento certo perché non è possibile né essere perfetti, né essere come vogliono gli altri.

Per questo è importante cambiare le proprie convinzioni negative e trasformarle in positive.

Il mio approccio terapeutico

L’uso dell’EMDR per avere un’idea positiva di sé

La psicoterapia aiuta a cambiare i pensieri errati e a trasformarli in positivi, per esempio prendendo in considerazione “cosa sono in grado di fare”, piuttosto che l’idea di “non essere buono a nulla”. I condizionamenti di tipo negativo possono essere sostituiti da idee alternative più ragionevoli e producenti riguardo alla fiducia nelle proprie capacità e tradursi in azioni con esito positivo.

Nel mio approccio lavoro con l’EMDR sulle cause che hanno originato certi tipi di pensiero, mirando a scardinare ciò che il paziente ha imparato a credere su di sé nel corso della sua vita quando, per esempio, i genitori gli dicevano che non avrebbe combinato nulla di buono o che era una persona debole. Le convinzioni negative possono essere trattate al pari delle esperienze traumatiche: per esempio si potrebbe lavorare sugli eventi in cui il paziente ha provato la stessa impotenza che sente ora quando il partner lo attacca, screditandolo come faceva il papà quando era bambino. Il paziente può aver vissuto la sensazione di impotenza come un trauma e aver creduto che non sia giusto difendere i propri diritti; perciò è necessario che elabori in maniera corretta le informazioni apprese in quelle occasioni e le traduca in convinzioni più adeguate, del tipo: “io valgo”. Inoltre, con la visualizzazione di situazioni future positive, il paziente si può liberare delle idee del passato che ancora condizionano il suo modo di agire nel presente. A questo scopo chiedo al paziente come vorrebbe affrontare certe situazioni e come lo fa sentire immaginare di reagire nel modo desiderato, affinché modifichi il suo comportamento in funzione delle proprie attese. Infatti la percezione delle nostre risorse e il valore che attribuiamo alle aspettative positive determinano gli effetti delle nostre azioni, contribuendo a preordinare il corso degli eventi stessi. Così se abbiamo paura di farci valere e ci reputiamo insicuri, ci comporteremo in modi che alla fine susciteranno disapprovazione, mentre se siamo convinti di essere forti e determinati, agiremo in modo da suscitare questa impressione.

Smettendo di credere alle opinioni negative su di sé si può evitare di assumere gli atteggiamenti sbagliati che ne avvalorano la veridicità e contrastare gli effetti catastrofici del nostro modo di pensare.

La psicoterapia aiuta a svincolarsi dagli schemi automatici di pensiero e a reagire in maniera più funzionale alle circostanze, alimentando l’autostima.

Cosa accade alle persone con bassa autostima

Mentre le persone con un’autostima alta si concentrano sulla crescita e sul miglioramento, le persone con una bassa autostima si concentrano sulla paura di commettere errori riguardo alle loro scelte; pertanto sono più turbate dal fallimento e tendono a considerare la maggior parte degli eventi come negativi. Ad esempio, interpretano spesso i commenti come critici ed è più probabile che sperimentino ansia sociale e bassi livelli di fiducia interpersonale.

Di conseguenza, anche nell’interazione sociale si sentono goffi, timidi e incapaci di esprimersi adeguatamente. Inoltre, gli individui con bassa autostima tendono ad essere pessimisti nei confronti della vita e della possibilità di fare nuove esperienze per via della loro attitudine a credere di ottenere sempre scarsi risultati.

Per questo è importante cambiare questo atteggiamento di sfiducia e scarsa opinione di sé, anche al fine di evitare di perdere la motivazione in ciò che si fa o di deprimersi e smettere di perseguire degli obiettivi.

Perché alcune persone hanno una bassa autostima?

Di solito durante l’infanzia l’autostima è relativamente alta, nel senso che i bambini sono maggiormente portati ad avere fiducia nelle proprie capacità rispetto agli adulti. Tuttavia durante le fasi di crescita l’opinione di sé può variare in funzione di molti aspetti: primo fra tutti il modo in cui i genitori incoraggiano il bambino o la bambina a sentirsi bravi quando si dimostrano abili nel perseguire un compito o a fare qualcosa che per loro è importante o, piuttosto, lo/la screditano quando fa qualcosa di sbagliato o che non è perfetto. Affinché la persona possa sviluppare una sana autostima il genitore dovrebbe far notare al proprio figlio quando mostra di avere delle abilità ed elogiarlo per questo, ma, allo stesso tempo, dovrebbe dargli la stessa attenzione anche quando sbaglia qualcosa e incentivarlo a migliorare senza punirlo. Invece, come sosteneva Carl Rogers, se le persone ricevono attenzione totalmente positiva o negativa da parte delle figure significative (come i genitori o gli insegnanti) solo quando agiscono in un certo modo, nel bambino si rafforza l’idea che ha diritto ad essere apprezzato solo quando si comporta in quel modo (ad esempio, ottenendo voti alti a scuola) e che se invece ha scarsi risultati non vale nulla.

I bambini con bassa autostima possono essere ritirati o timidi e trovano difficile divertirsi. Anche se possono avere un’ampia cerchia di amici, sono più inclini a cedere alla pressione del gruppo e si rendono più vulnerabili al bullismo. A scuola, evitano di provare cose nuove (per paura di fallire) e si arrendono facilmente.

I problemi di autostima, sia in età adolescenziale (quando è più probabile che inizino ad emergere) che in età adulta, possono essere vinti con l’aiuto di una psicologa. La consulenza psicologica potrà aiutarti a comprendere i motivi della tua scarsa autostima e a fare grandi miglioramenti.

Se stai cercando una psicologa a Roma per migliorare la tua autostima, contattami ora.

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