enneatipo 3 nel cinema eva contro eva

L’ascesa di Eva (Anne Baxter) verso il successo non potrebbe essere descritta con parole più appropriate di quelle che la voce fuori campo pronuncia in apertura per riferirsi a “coloro che devono costruire la torre sulla cui sommità deve splendere la luce a cui poi tutto il mondo guarderà estasiato. Tra questi, a Eva Harrington va il merito di essersi distinta per essere salita sul podio delle celebrità partendo dal basso.
Con la stessa determinazione che si addice a un carattere Tre, ha perseguito il suo sogno e lo ha raggiunto anche a costo di rubare la scena alla sua rivale, pur di diventare una ‘star’. Infatti inizialmente Eva sembra rivestire il ruolo di attrice non protagonista, dato che lo interpreta in maniera tanto dimessa da far sembrare che voglia quasi restare in disparte, mentre in realtà finisce con il conquistare platealmente la scena dell’attrice principale.

“Occhio umano non ha mai visto luce più vivida di quella che ha nome Eva Harrington.
La femminilità stessa è Eva Harrington”

Eva si mostra falsamente disinteressata sin dall’inizio, quando si intrufola dietro le quinte per conoscere Margo Channing (Bette Davis), facendo in modo che le venga proposto di andare nel suo camerino, piuttosto che domandare di essere ricevuta: “Se l’avessi saputo, magari un altro giorno, poi vestita così”. Anche quando incontra Karen Richards (Celeste Holm), la moglie del produttore, sembra farsi notare con la stessa discrezione, dicendole: “I posti in piedi non sono cari e io mi adatto”, quando le viene chiesto come mai non si sieda per guardare lo spettacolo. Con simili parole Eva mostra di sapersi adeguare a qualunque situazione senza batter ciglio, pur di mostrarsi ineccepibile, manifestando il tipico atteggiamento di un Enneatipo Tre.

Sin dal principio, anche la personalità di Margo sembra riflettere gli aspetti tipici di un altro Enneatipo, il Quattro, già ravvisabile nello scambio di battute che intercorre tra lei e Bertha (Thelma Ritter), la guardarobiera:
“Sai bene che non posso mai star zitta”.
“Se c’è una donna che non ha motivo di lamentarsi sei tu”.
“Ne sei proprio certa?”.
Infatti, malgrado il successo, che Bertha le fa notare di avere, Margo è sempre pronta a lamentarsi, denigrando e sminuendo se stessa di continuo, come quando sostiene che i suoi ammiratori sono soltanto “cacciatori di autografi, sono perditempo, non adorano nessuno … Questi non sono applausi, è una consuetudine in attesa che il teatro si sfolli … La millesima replica di questo lavoro, se lo ripeterò mille volte, avrà luogo in una cella imbottita del manicomio”.
“Sono un pasticcio!” dice, quando il fidanzato, Bill (Gary Merrill), si complimenta con lei; finendo per convincere della propria idea anche gli altri, con il suo modo di fare.

Anche Eva adotta un atteggiamento con il quale apparentemente si svilisce, ma che invece le serve per suscitare la curiosità e la lusinga nei propri confronti come nel caso in cui le chiedono di parlare di sé e dice: “E’ così difficile!”, sostenendo che ciò che la riguarda “non è di nessun interesse” e che se lo facesse la troverebbero noiosa. Così, quando alla festa parla della sua idea riguardo al teatro, finge astutamente di cercare conferme per screditarsi: “Finii col confondere la verità con il sogno, a tal punto che era quest’ultimo a sembrarmi reale, sto dicendo un monte di sciocchezze, vi pare?”.
Al contrario, è solita adulare gli altri elargendo complimenti con un atteggiamento di ostentata riverenza, allo scopo di ingraziarsi il loro favore.

A differenza di un Quattro, che richiama l’attenzione implorando la compassione, un Tre ottiene notorietà grazie alla falsa modestia con cui si presenta agli altri, come quando Eva rivela la sua triste storia, facendola sembrare di poco conto. In questa occasione, infatti, persino Margo si commuove, prendendo le sue difese davanti a Bertha, cui fa notare di non essersi per nulla offesa per il modo in cui ha fatto irruzione nel suo camerino.

Eva coglie ogni opportunità per apparire brava ed efficiente, come accade quando la partenza di Bill getta Margo in preda alla disperazione, e lei immediatamente propone di rendersi utile in sua assenza. Ed è proprio grazie al fatto di mostrarsi preparata per ogni evenienza che riesce sempre a trovarsi “casualmente” al posto giusto nel momento giusto. La descrizione che Margo stessa fa di Eva traccia in maniera evidente il suo profilo caratteriale: “Io ero Cenerentola e lei la mia fatina, Eva mi divenne sorella, madre, amica … legale, medico e guardia del corpo, s’era resa proprio indispensabile”. “Eva sa abbellire tutto” e qualunque cosa faccia dice che “non le costa nulla”.

Quando Margo parla di Eva con Bertha, che è l’unica ad avere su di lei un’opinione in contrasto con quella degli altri, tesse le sue lodi in maniera entusiastica: “Lavora a fondo, notte e giorno, è leale … Così leale, attiva, onesta e devota (come ribadisce anche a Bill)”.
“L’apparenza è questa”, le risponde Bertha.
“Pensa soltanto a me”.
“Be’, direi piuttosto che riflette soltanto su di te, come se ti studiasse, come se tu fossi un copione”.
“A me sembra molto lusinghiero e non ci vedo assolutamente nulla di male”.

Tuttavia la vera personalità di Eva non tarda a rivelarsi, proprio come accade a una stella del cinema che all’improvviso sprigiona la luce fino ad allora rimasta sopita.
Così, quando Margo la scorge fare le prove davanti allo specchio con il suo vestito indosso, fingendo di assumere le sue sembianze, Eva cambia immediatamente espressione rimettendo con imbarazzo la pelliccia al suo posto. Persino Margo, che fino a quel momento aveva riposto piena fiducia in lei, comincia a nutrire dei dubbi sulla veridicità delle sue intenzioni, nonché a ravvisare la sua doppiezza, quando organizza la festa in suo onore senza averglielo detto, sostituendosi a lei di soppiatto. Eva la anticipa in tutto, tanto da costringere Margo a dire: “Strano, ho appena pensato una cosa ed è già fatta”. Sebbene, mentre si prepara per presentarsi agli invitati, dica: “Ancora prima che cominciasse sentivo odore di tragedia”, come se avvertisse che Eva le stia per soffiare la notorietà sotto il naso.

Eva finge con noncuranza di aver dimenticato di avvisare Margo che aveva prenotato una telefonata a suo nome per fare gli auguri a Bill il giorno del suo compleanno, e quasi per farla sembrare da meno, le annuncia di avergli già mandato un telegramma personale per inviargli i propri. Eva, con un’aria tanto ingenua da far dire di sé “che cara ragazza, è dotata di una grazia così semplice”, si insinua pian piano nella vita della sua antagonista, fino a prenderne il posto e a spodestare Margo dal suo ruolo di diva. Alla lunga gli artifici che adopera per costruire l’immagine perfetta di sé, sembrano ottenere l’esito sperato, facendo credere che sia rimasta in ombra fino a quel momento.

Margo invece, a differenza di Eva, è tutt’altro che sicura di sé, “è un agnello sperduto nella giungla”, e la sua vulnerabilità trova riscontro nelle parole con le quali ribadisce al fidanzato, quando sta per partire, la sua paura di rimanere da sola: “Non perdere la testa per qualche biondina, non voglio restar sola”.
Inoltre, al suo ritorno, si offende per il fatto che Bill non sia andato a salutarla appena arrivato, ma invece di dichiarare apertamente il suo disappunto, lo lascia intuire stizzita, a causa dell’inclinazione a creare dissidio, come accade tipicamente a un Quattro.
“Se morissi adesso sarebbe tutto in ordine”, dice con sarcasmo per non mostrarsi adirata e gelosa di Eva. Eva, infatti, è “la donna dei sogni, la donna ideale, la donna adorata, la donna invidiata”. Tuttavia, non riesce a mascherare i suoi sentimenti, tanto che tra il vociare dei primi invitati che giungono alla festa data in suo onore, si sente mormorare: “C’è un’atmosfera di fosca tragedia shakespeariana”, espressione cui Margo ribatte:

“Prendete il salvagente, stasera c’è aria di burrasca”

 

Proprio come il carattere Quattro, Margo anticipa il dramma di cui sarà vittima e cade nella sua stessa trappola come le fa notare Lloyd, il commediografo: “Hai voluto far il puerile giochetto del gatto col topo, sei molto abile a trovare il motivo per una spiacevole scenata”. Infatti, quando Margo si accorge dell’ipocrisia con la quale Eva la tratta per prendere il suo posto, tenta di metterla in cattiva luce, soprattutto con Bill, ottenendo però inconsciamente il risultato contrario a quello auspicato. Infatti, per criticare il suo comportamento, riferendosi a lei come alla ‘principessa fuoco e musica’, esalta proprio quegli aspetti che la rendono encomiabile agli occhi di chiunque, tanto che Bill finisce per elogiare Eva e persino per difenderla. Tuttavia, a causa di questo suo atteggiamento, nessuno la prende sul serio riguardo all’inganno di cui è veramente vittima.

Gli aspetti caratteriali del Quattro sono pienamente rispecchiati dalla personalità di Margo anche riguardo al risentimento profondo che prova per il fatto di non essere compresa: “Tu che ne sai dei miei sentimenti”, dice a Max, il produttore, riferendosi al suo timore di essere messa in secondo piano. “Nessuno riuscirà mai a capirla, nessuno al mondo”, dice di lei Karen, che continua: “Se ci riesci me lo spieghi”, rivolgendosi al marito. E poi si scava la fossa da sola offrendo a Max i servigi di Eva per togliersela di torno, consentendole così di approfittare di un’occasione d’oro per raggiungere la fama. Margo, in tal modo, rema contro se stessa e, piuttosto che mantenere la sua posizione di successo e realizzare i suoi intenti, come fa Eva, le cede inconsapevolmente la scena ritirandosi con fare vittimistico.

Così, quando Karen chiederà ad Eva: “Vuoi essere tu la nuova sostituta?”, lei risponderà: “Non ho nemmeno il coraggio di pensarci, ma conosco così bene la parte e non è necessario prenderne un’altra”, seppure immediatamente dopo dica che se dovesse sostituire Margo non ne sarebbe capace e non le sarebbe possibile esibirsi di fronte a un pubblico venuto per vedere lei, come se non fosse alla sua altezza. Anche in questa occasione, quando poi Eva accetta di sostituirla, nasconde abilmente il fine di assecondare i propri interessi, dando l’impressione di sollevare Margo dall’impaccio. E ancora una volta Eva mostra di essere tanto modesta che dopo lo spettacolo attribuisce il merito del suo trionfo a Lloyd per aver scritto egregiamente le battute, piuttosto che al modo in cui le ha interpretate: “Ho recitato malissimo e non ho diritto di sostituire nessuno”.
L’ambizione di Eva supera ogni altra cosa: “Anche se non ci fosse altro ci sono gli applausi, ho ascoltato dalle quinte il pubblico applaudire: sono come ondate d’amore che invadono la scena e ti avvolgono tutta, che meraviglia, sapere che ogni sera centinaia di persone ti vogliono bene”.
E continua: “Ti ammirano, ti invocano, questo è veramente tutto”, facendo sogni di gloria per riscattarsi e sentirsi finalmente apprezzata. Queste parole dimostrano quanto la percezione di sé per un carattere Tre, che è fiero della riconoscenza mostrata dal pubblico, sia diversa da quella di un Quattro, che invece dubita delle sue virtù al punto di non meritare nemmeno di essere applaudito.

Margo non fa che svalutarsi, contraddice ogni cosa le venga detta, rinnega i complimenti che le vengono rivolti, trova ogni pretesto per creare scompiglio ed entrare in conflitto con le opinioni altrui, facendo sì che le situazioni volgano in suo sfavore.
“Devi smettere di fare del male a te stessa”, le dice Bill, “ti chiedo di essere felice”. Ma lei non lo ascolta e non cede alle proprie convinzioni neanche di fronte alla sua richiesta di sposarla, quando gli risponde: “Non voglio che tu mi sposi solo per provare che hai ragione”.
Così rischia di farsi lasciare per trovare conferma della sua paura di essere abbandonata e poi potersi struggere di dolore.

“Vorrei che qualcuno mi spiegasse come sono … per molti è un brutto carattere, che si comporta come un istrice e strilla come una gallina spennata, in fondo è il modo di comportarsi dei bambini far capricci e io per giunta mi ubriaco quando non ottengo ciò che voglio, quando mi sento sola o infelice o non amata; è inutile cercare scuse quando ho veramente tutti i torti, sono stata troppo urtata dal fatto che (Eva) è così fragile, così indifesa, che è tutto ciò che io vorrei essere per Bill … essere amata è l’unica cosa”.
Con questa dichiarazione Margo inizia a prendere coscienza di sé e, nonostante Karen prima avesse detto di lei che “non sarà mai niente di meno e niente di diverso”, adesso sostiene, seppur con un po’ di ironia, che “è una nuova Margo, ma in ritardo come quell’altra”.
Quando alla fine dice a sé stessa: “Sono andata bene”, non solo può permettersi di accettare la proposta di matrimonio confidando nei sentimenti di Bill, ma anche di arrendersi al proprio carattere.

“Posso finalmente vivere la mia vita e non accettare parti che non mi si addicono solo perché non so cosa altro fare la sera”

“Quel mal che l’uno fa è il bene che si lascia dietro”. Con queste battute Margo sembra anche liberarsi dell’astio che fino ad allora aveva provato per Eva, riconoscendo che questo incontro le ha consentito di essere compassionevole con sé stessa e di trasformare l’invidia in equanimità.

Per ottenere il successo che si auspica di raggiungere, Eva è solita dare tutti i meriti di quello che fa agli altri: “E allora io che c’entro?”; e assecondare la loro volontà: E’ quello che vuole che io sia? Anch’io”. Così, proprio elogiando le sue capacità e sminuendo le proprie, riesce ad entrare anche nelle grazie di Addison (George Sanders), il critico letterario, quando gli dice di aver capito che “se fosse riuscita sarebbe stato per merito suo”.

“Mi meraviglio che non mi abbiano fischiato, io sono solo la copia che serve quando non c’è l’originale, non mi pare di avere motivi di vantarmi. Io non sono nessuno”

E ancora, quando le affidano ufficialmente la parte, sottolinea: “Per me un paragrafo sarebbe troppo, decida tutto lei, sono stati indulgenti pensando che non ne farò altre”.
Senza mai scomporsi o perdere il controllo, si mostra sincera, ma la sua vera identità è così falsa che nemmeno lei sembra riconoscersi per ciò che appare.
“Io m’ero sempre considerata furba, ogni parola al momento giusto”, dice, paragonando gli effetti del suo modo di pensare e di comportarsi a quelli che può dare un anestetico.
“Cominciai a dire cose che non avevo mai pensato come se mente e corpo fossero divise e la mia volontà fosse del tutto annientata, io cercavo di dirgli quel che pensavo, ma le parole tradivano il pensiero, diventavano sue, non dicevo più cose pensate da me, ma quel che voleva lui, è mia la responsabilità e mia la colpa”.
Per confortarla Addison ribatte: “Non avevi intenzione di fare del male se non più a te che a chiunque altro”, a conferma del fatto che anche lei, come Margo, imbattendosi nel proprio carattere, si è creata una trappola, oltre che una maschera.

E proprio quando Eva sembra essersi redenta ed essersi pentita dei suoi misfatti, ricorre persino al ricatto pur di ottenere ciò che vuole, dimostrando ancora una volta di non farsi scrupoli e di mirare solo ai suoi interessi, rivelando chiaramente le polarità che albergano nella sua personalità.
“Non esiti a ricattarmi per avere una parte”, le dice Lloyd.
“Farei molto di più per avere quella parte”, risponde lei.
Poi, giunto il momento di ricevere il premio per la sua interpretazione, mentendo spudoratamente, afferma: “Credevo che sarei stata in preda al panico, che avrei voluto nascondermi, invece non vedo l’ora che arrivi stasera e che finisca”.
“Sarà una strada lastricata di oro e diamanti”, le dice Addison.
“Sai bene che non ci tengo”.
“E allora di che cosa?”.
“Di stelle”.
Tuttavia, persino Addison mostra il suo disappunto per quanto Eva è disposta a fare pur di arrivare dove vuole, e quando gli dice che Lloyd la sposerà, afferma: “Lloyd, anche lui è uno scalino utile”.
“Non è vero, sarà un’unione perfetta, arriveremo fin dove vogliamo”.
Quando poi le chiede se hanno soltanto parlato, aggiunge: “Siamo stati a parlare, voglio prima una scrittura per la stagione!”.
“Non è mai esistita e mai esisterà un’altra come te”.
“Mi credi tanto angelica?”.
“Anche Lucifero era un angelo”.

A questo punto anche Addison le toglie la maschera, dicendo che Eva non può ingannarlo come ha fatto con tutti gli altri: “Hai avuto l’istinto di obbedirmi, è un istinto che vale milioni, non si acquista, è innato. Tienilo caro, quando ti dà l’allarme preparati alla battaglia”.
Eva allora, prostrandosi anche innanzi alla sua offerta, che a tal punto le sembra irrinunciabile, rivela la sua ambizione con queste parole: “Dovevo essere qualcuno, dovevo farmi volere bene”.
“Abbiamo molto in comune:”, afferma Lloyd, “un vero disprezzo per l’umanità, l’incapacità di amare e farci amare, un’ambizione insaziabile, e il talento”.

Eva non si smentisce però in pubblico e, quando sale sul palco per ricevere il premio, insiste: “Ringraziarvi da pari a pari sarebbe una presunzione e lo considero assegnato a me solo in parte … S’intende che mi rivorrete tra voi”.
Seppur in parte, anche Eva, come Margo, sembra riscattarsi dal suo modo di essere quando decide di non presenziare alla cerimonia che si celebrerà in suo onore, perché, come dice, pensa che verrà data “solo per questa”, riferendosi alla statuetta che ha ricevuto in premio.
Infine, dopo aver realizzato finalmente il suo sogno ed essersi resa conto della sua vera natura, sembra cadere nella stessa trappola che aveva teso alla sua nemica, quasi a rendere giustizia alle ultime parole che Margo le rivolge: “Ma non ti preoccupare, per il ritorno puoi sempre mettere quel premio al posto del cuore che lasci qui!”.

Chiamami per un appuntamento