La Natura delle Fobie: Origini e Caratteristiche

Il termine fobia viene dal greco phobos, che significa panico; Sigmund Freud utilizzava questa espressione per distinguere lo stato emotivo della paura legata alla percezione di un pericolo presunto o reale, dalla paura che si sviluppa in concomitanza con uno specifico stimolo come la visione di un insetto o il contatto con i batteri, che viene irragionevolmente percepito come minaccioso. 

Sebbene nella maggior parte dei casi ciò che si teme non rappresenti un vero e proprio pericolo, la persona che soffre di fobie si comporta come se dovesse prepararsi alla fuga, tanto che reagisce con un’immediata risposta ansiosa e fisicamente si predispone allo stesso modo in cui reagirebbe per evitare un pericolo. Il soggetto fobico, infatti, può sentire le gambe deboli, provare nausea ed iniziare a tremare, avvertire un forte disagio, il volto può avvampare e diventare rosso per il calore, il battito cardiaco può accelerare e può manifestarsi una eccessiva sudorazione. 

Questi sintomi si differenziano da quelli del panico per il fatto che in presenza di un oggetto, un animale o una particolare condizione che richiede la permanenza in un luogo o lo svolgimento di una determinata azione, l’individuo si sente in balia di sensazioni fisiche come, per esempio, quella di essere assalito da insetti e si agita alla sola idea di sentirli addosso. 

Nel caso delle fobie, che possono anche alimentare pensieri di natura ossessiva, il panico si manifesta in presenza di uno stimolo specifico che induce l’ansia; negli attacchi di panico invece i sintomi si possono ravvisare anche se non si è esposti alla situazione della quale si ha paura, nell’attesa che questa si scateni nuovamente

La fobia costringe la persona ad evitare l’oggetto temuto e a sottrarsi anche alla sola vista della sua fonte di ansia, perché l’agitazione non consente di valutare razionalmente quali siano le conseguenze dello stimolo allarmante (ad esempio, non si è in grado di considerare che un ragno non può essere nocivo a meno che non sia velenoso); mentre il panico permette di valutare le conseguenze della situazione temuta e sopportare la paura, pur avvertendo un forte stato di malessere, come può accadere nel caso della permanenza in luoghi affollati o posti chiusi (anche se in questo caso il disturbo prende il nome di agorafobia).

 

Tipologie di Fobie: dalla Paura di Volare all’Agorafobia

Le fobie rientrano nella categoria dei disturbi d’ansia e, come si è detto, sono caratterizzate da marcate sensazioni di ansia e paura verso un oggetto o una situazione specifica:

  • la paura di volare o delle altezze
  • la vista del sangue o di animali
  • assistere o essere sottoposti a procedure mediche invasive come un’iniezione.

Queste sono denominate fobie specifiche, nel senso che lo stimolo che le scatena può essere: 

la previsione di un danno associata ad alcune condizioni come, per esempio, la vista o la presenza di cani, dai quali si teme di essere morsi e dai quali il soggetto sente la necessità di allontanarsi immediatamente (fobia del tipo animale); 

la preoccupazione di svenire alla vista del sangue o di una ferita; 

la paura di avere le vertigini ad altezze elevate; di perdere il controllo in luoghi chiusi – anche detta agorafobia – (fobie di tipo situazionale).

Infine, la fobia sociale consiste nella paura di affrontare situazioni sociali nelle quali il soggetto si sente messo alla prova come se dovesse superare un esame e, dovendo conseguire un risultato, è esposto al possibile giudizio di persone a lui estranee, di fronte alle quali crede di risultare stupido o inferiore. A seguito di questi timori può evitare persino di mangiare, bere, parlare o scrivere in pubblico. In genere chi è affetto da fobia sociale presenta una ipersensibilità alla critica, bassa autostima, difficoltà ad essere assertivo e determinato, ha scarse capacità comunicative e di socializzazione e soffre di ansia da prestazione.

Talvolta può accadere che in risposta allo stimolo fobico si sviluppino dei veri e propri attacchi di panico, che potrebbero sovrapporsi al disturbo fobico.

 

Perché vengono le fobie?

L’oggetto della fobia rappresenta una parte della nostra personalità che rifiutiamo di avere, con la quale non vogliamo confrontarci e che, pertanto, risulterebbe angosciante scoprire come un aspetto che ci appartiene. 

Inoltre, dato che la fobia è funzionale all’evitamento del pericolo, serve a spostare l’attenzione da vissuti spiacevoli del passato a una situazione presente che è apparentemente più facile da affrontare, al fine di distaccarsi dal dolore che questi potrebbero rievocare. 

A questo proposito è famoso il caso di Anna O., una paziente di Freud che aveva sviluppato la paura per l’acqua a seguito del fatto che una volta aveva visto il cane della sua governante bere da un bicchiere e questo episodio le aveva provocato disgusto, ma non era riuscita ad esprimere ciò che provava. Da quel momento, quando vedeva una fontanella, provava la stessa sensazione di disgusto che richiamava il vissuto di altri traumi rimossi del passato e, affinché non li ricordasse, inconsciamente faceva ricadere la sua concentrazione su uno stimolo innocuo come l’acqua. In realtà ciò che temeva erano le reazioni che gli altri avrebbero avuto se avesse espresso le sue emozioni, che evitava accuratamente di manifestare perché si vergognava di provarle. Sostanzialmente le fobie coprono un disagio diverso da quello che viene apparentemente percepito e il motivo reale per cui si sviluppano non ha niente a che fare con lo stimolo in sé, bensì con un evento traumatico. Infatti, quando in terapia la paziente, che aveva molta difficoltà a parlare dei suoi sentimenti e che per un certo periodo aveva sviluppato persino una forma di mutismo, riuscì ad elaborare il significato del ricordo associato al sintomo, la fobia scomparve.

 

Come Affrontare le Fobie: Tecniche e Strategie di Gestione

Il lavoro terapeutico con le fobie consiste prima di tutto nell’identificare gli eventi che sono accaduti in contemporanea con la prima esperienza della fobia e che hanno contribuito al suo sviluppo; a questo scopo si individuano: la prima volta che il paziente ha sentito paura; le volte più disturbanti e quella più recente in cui ha sentito la paura; cosa prova e cosa pensa di negativo su di sé quando ha paura; chi può aver visto reagire allo stesso modo, per esempio evitando qualcosa di simile (la causa può essere ricercata anche in traumi vissuti indirettamente). Poiché le fobie si sovrappongono ad un altro evento del quale mascherano il portato emotivo, potrebbe darsi che richiamino cose che erano casualmente lì nel momento in cui si viveva il trauma e che ora rappresentano l’oggetto della fobia.

In seconda battuta si insegnano al paziente le tecniche di autocontrollo per gestire la paura.

Si passa alla rielaborazione degli eventi originari che hanno generato le fobie con la Terapia EMDR.

Si invita il paziente a visualizzare la situazione temuta e ad immaginare di reagire positivamente per abituarsi gradualmente all’esposizione dell’oggetto della fobia, stando in contatto con l’ansia, fino a che non diminuisce e si azzera.

Rivolgersi alla Terapia: Il Percorso per Superare le Fobie

Lavorare sulle fobie può essere un’ottima occasione per elaborare vissuti rimasti irrisolti ed emozioni represse, così da rimuovere dei blocchi presenti da lungo tempo e ai quali non sapevi dare una spiegazione. 
Dunque, se soffri di una fobia rivolgiti a me per scoprire di cosa si tratta e liberarti della paura una volta per tutte.

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