Leggiamo cifre che all’apparenza sembrano soltanto numeri, senza averne una percezione reale, ma sapendo che tutti abbiamo una probabilità di contrarre il virus. Seppure seguiamo delle regole di condotta per sentirci sicuri, viviamo nell’incertezza di conoscere gli sviluppi di un virus, che non sappiamo neppure di poter trasmettere, se asintomatici, combattendo contro un nemico invisibile.
Infatti il rischio che percepiamo non è tangibile, ma sappiamo che esiste e, inconsciamente, la paura di contrarre il virus è sempre in agguato, rendendoci impotenti. Distanziamo il nostro vicino più prossimo, con il quale evitiamo qualsiasi tipo di contatto, senza essere certi che stare a un metro o due di distanza l’uno dall’altro sia sufficiente per evitare il rischio di contagio del virus. Dunque, vivere nell’ipotesi che possa accadere qualcosa a noi o ai nostri cari, senza avere il pieno controllo della realtà, oltre a modificare il consueto modo di vivere, mette a dura prova la nostra mente e rende labili ed altalenanti le nostre emozioni, che spesso diventano ingestibili.

Non conoscere il motivo per il quale un evento accade non consente di accettarlo e di conseguenza siamo costretti a vivere nell’incertezza, soprattutto perché sappiamo che il cosiddetto rischio zero non esiste. Il virus è qualcosa dalla quale non potersi difendere, se non che adottando alcuni comportamenti, che nonostante vengano chiamati ‘di sicurezza’, non ci permettono di avere il controllo sulla sua evoluzione.

Quando perdiamo il controllo e non possiamo agire sull’esito di quel che accade

Ci sentiamo inermi e se non sappiamo come reagire possiamo restare bloccati nell’impotenza, che provoca rabbia e priva della motivazione a fare le cose, alimentando la rinuncia, e che a lungo andare può indurre a sviluppare la depressione in forma più o meno grave.

Quello che per l’essere umano è più difficile fare è accettare l’incertezza, fare i conti con l’ignoto, perché sapere quello che accade, avere una certa routine, seguire degli schemi, crearsi delle abitudini o dei rituali, gli consente di sentirsi al sicuro. Così facendo, si convince di una falsa illusione: quella di prevedere possibili imprevisti, di essere pronto ad affrontare malattie, incidenti, delusioni. A costo di mantenere la stabilità, si cerca di fare sempre lo stesso lavoro, alzarsi sempre alla stessa ora, avere gli stessi amici dai tempi della scuola, frequentare gli stessi luoghi e fare le stesse cose, perché ci sembra che adottare gli stessi comportamenti non comporti alcuno sforzo e riduca, se non elimini persino, il rischio di affrontare eventi che potrebbero metterci in ansia e farci sentire impreparati.

L’idea è quella che se nella vita facciamo sempre le stesse cose , non si è mai in pericolo, non c’è rischio che debba succedere nulla di brutto o di negativo. Questo approccio è sbagliato perché non è possibile conoscere in anticipo quello che accadrà, ed è impossibile regolarsi in base a un’ipotesi che troverà conferma solo con il dipanarsi degli eventi.
Vi siete mai chiesti perché le persone si fanno predire il futuro? Perché è così importante sapere che tempo farà domani oppure se il proprio segno zodiacale avrà la luna favorevole o Saturno contro?
Cosa può succedere se esco senza l’ombrello e piove? Per esempio potrebbe capitare di ripararsi sotto una pensilina e incontrare qualcuno che altrimenti non avreste mai conosciuto. Sapete quanti accadimenti si verificano ‘per caso’ quando meno ve lo sareste aspettati? Ciò che è imprevedibile fornisce l’occasione di trovare delle alternative alla routine, che a lungo andare diventa noiosa e deprimente.
Il problema è che se si introducono delle novità senza averlo pianificato in anticipo, ci ‘si sente mancare la terra sotto i piedi’. Se invece, vi lasciate trasportare dal destino e vi abbandonate all’imprevedibilità, vi capiteranno eventi che altrimenti non avreste mai avuto modo di sperimentare nella vita.

Quindi il mio consiglio è di uscire senza ombrello e imparare a navigare a vista!

Qualsiasi evento inconcepibile, persino una pandemia, può insegnare che ogni momento può diventare un’occasione per stravolgere i piani, affrontare ogni giorno come una sorpresa e accoglierla come opportunità di vivere la vita nel miglior modo possibile in ogni attimo.

Bisogna restare concentrati sul presente, dato che il momento che stiamo vivendo non ci consente di programmare il futuro a lungo termine, ma soltanto quello più prossimo. Forse alcuni progetti per ora dovranno essere accantonati o rimandati e pertanto bisognerà perseguire nuovi obiettivi, immaginando soluzioni alternative nella prospettiva di dare un senso nuovo alla propria esistenza.
È naturale che il perseguimento di alcuni sogni o obiettivi, come quello di frequentare un corso per prepararsi ad avere le competenze adeguate per il lavoro che desideriamo fare o lavorare duramente per mettere da parte dei soldi per l’acquisto di una casa, richiedano di fare step intermedi e dunque riguardano un futuro più lontano perché necessitano di un periodo più lungo di tempo per essere realizzati.
Tuttavia, vivere alla giornata, cogliere l’attimo, stare nel qui ed ora non significa smettere di programmare ogni cosa, bensì farlo senza troppo anticipo di giorno in giorno, di settimana in settimana, a piccoli passi. Vuol dire accogliere l’imprevisto, essere pronti a fare sempre nuovi programmi, a cambiarli in corso d’opera, a svegliarsi la domenica e uscire perché si ha voglia di correre piuttosto che fare le pulizie di casa, a fare uno strappo alla regola e portare i bambini al parco prima di aver finito i compiti, oppure a sorprendere il vostro partner con una proposta mai fatta prima.

Bisogna permettersi quel che la sicurezza non permette di fare: stare sull’onda del destino, ovvero di ciò che desideriamo e non di ciò che dobbiamo fare.

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